Italia, proposte al Fisco

Pagamento imposte al momento di incasso di ricavi
Nei giorni scorsi è apparsa la notizia che solo il 10% circa dei ruoli esattoriali è incassato, mentre il resto si “perde” perché ne è impossibile l’incasso.
La Pubblica Amministrazione, nel tempo non è riuscita a migliorare la situazione per diversi motivi quali incapacità, produttività, ondivaghi indirizzi politici…..: di fatto si è limitata a “spremere” sempre di più quelli che pagano regolarmente per obbligo (dipendenti) o perché assoggettati ad importanti ritenute sugli incassi dei compensi (20% sui compensi ad artisti e professionisti)
E’ quindi evidente che occorre anticipare il pagamento delle imposte al momento di percezione degli incassi e dei ricavi.
Diverse potrebbero essere le soluzioni: una proposta potrebbe essere quella di effettuare le ritenute sui bonifici che qualunque soggetto (privato/azienda/professionista) esegue a favore di soggetto con partita Iva: è un adempimento che il sistema bancario e postale è abituato ad eseguire sui bonifici per recupero edilizio e/o risparmio energetico, è una procedura snella e veloce.
Evita di complicare la vita amministrativa alle aziende: in un semplice prospetto bancario annuale sono riportate le ritenute subite, riducendo i rischi di dimenticarle nel riporto delle dichiarazioni fiscali

Pagamento rateale su 12 mesi delle imposte redditi e contributi
La stragrande maggioranza dei soggetti economici ha notevoli problemi di liquidità finanziaria: far pagare le imposte ed i contributi principalmente in due periodi dell’anno a giugno (salvo rateazione) e novembre importi complessivamente elevati fa aumentare il rischio che non siano pagati. Il Fisco deve con intelligenza e pragmaticità ripartire le imposte su tutti i mesi dell’anno, in analogia al trattamento dei lavoratori dipendenti.
La Pubblica Amministrazione ha chiesto agli operatori la fatturazione elettronica, dichiarazioni periodiche capillari, stringenti e ravvicinate: ha tutti gli elementi per “stanare e immobilizzare” le aziende che nascono e chiudono in breve tempo e che producono ingenti danni all’economia reale e finanziaria del Paese e della Pubblica Amministrazione. Considerando che spesso nella normativa si fanno distinguo tra imprese nate da più di tre anni o da più di cinque anni si potrebbe estendere il reverse charge IVA a tutte le imprese e professionisti con meno di cinque anni di attività.

Detrazione di imposta sui redditi da pensione
Non si entra nel merito di come siano state calcolate le pensioni, anche se la maggior parte di esse sono state liquidate con il metodo retributivo o misto, ben più favorevole all’attuale metodo contributivo.
In termini fiscali la detrazione Irpef a favore delle pensioni non ha mai avuto ragione di esistere: probabilmente è frutto di pressioni politiche e di “equilibrismi” con i sindacati ormai storicamente superati.
E’ un refuso della vecchia detrazione per redditi di produzione da lavoro dipendente e pensione: quando il lavoratore dipendente svolge l’attività matura un compenso che se fosse corrisposto e tassato immediatamente subirebbe
– Aliquote di imposta marginali più elevate
– Detrazioni fiscali per lavoro ridotte, considerando che le detrazioni si riducono all’aumentare del reddito, con azzeramento al superamento di una certa soglia.
Per una maggiore sicurezza sociale si è previsto che il compenso maturato sia in parte liquidato subito ed in parte corrisposto in modo differito tramite l’erogazione della pensione.
Di fatto il compenso maturato è spalmato su più anni: con l’attuale sistema di tassazione il soggetto gode
– Correttamente dell’applicazione di aliquote di imposizione complessivamente più favorevoli
– Di una detrazione di imposta da lavoro quando è dipendente ed una detrazione di imposta da pensione quando è pensionato.
Le attuali generazioni lavorative stanno subendo una serie di “disavventure” economico-finanziarie che possono minare la pace sociale: a nostro parere traslare le detrazioni dai pensionati a favore delle forze lavoro attive può essere un piccolo ma tangibile passo verso un’ equità intergenerazionale: uno degli “slogan” più ricorrenti ma troppo spesso dimenticato a livello istituzionale.